Imitazioni

Le perle imitazione sono prodotte dall’uomo, con materiali diversi, senza alcuna azione diretta da parte dei molluschi, per ottenere la forma e l'aspetto delle perle.

Si trovano sul mercato con denominazioni di fantasia, come “perle di vasca” o “perle angelo” o con il nome della ditta che le produce.

Queste denominazioni sono scorrette. È necessario chiarire sempre che si tratta di imitazioni: alla vendita, nelle esposizioni e nei messaggi pubblicitari.

Le perle venivano imitate già in antichità. Sono state trovate sferette d'argilla ricoperte da polvere di mica cotta presso resti di indiani cremati. Al tempo dei romani si producevano sferette di vetro che venivano argentate e ricoperte di vetro.

Le perle di Parigi o perle soffiate sono sferette di vetro sottilissime, cave, riempite con materiali e sistemi diversi. Il primo strato interno veniva ricoperto della cosiddetta "essenza d'oriente", una pasta ottenuta con scaglie di pesce e “colla di pesce”, che presenta ottima iridescenza.
Le perle di Roma consistono di un nucleo solido sferico, spesso di alabastro, rivestito (attraverso varie immersioni) da un miscuglio di colla di pesce, scaglie lucenti di ostriche, polvere di madreperla e alcole.
Le “perle di Venezia” o di Murano sono sferette di vetro al quale, nella fusione, vengono mescolate sostanze che conferiscono aspetto madreperlaceo.
Le perle di Majorca si ottengono ricoprendo sferette di vetro mediante ripetute immersioni in un composto organico derivato dalle scaglie dei pesci; l’immersione finale in acetato o nitrato di cellulosa polimerizza il materiale organico, rendendolo più duro e resistente agli urti e alle radiazioni ultraviolette.
Le perle angelo, di vasca, mikomo, takara, sheba, misaki (e così via) sono per lo più costituite da sferette di madreperla ricoperte da sostanze iridescenti di composizione varia (di solito resine sintetiche).

Per identificare le perle imitazione è utile l’osservazione della superficie, che si presenta con minutissimi grumi omogeneamente distribuiti, visibili a 10-15 ingrandimenti; questa tessitura è ben diversa da quella data dalla perlagione (tessitura a impronta digitale).

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