GEMMOLOGIE

Gemmologie_63_12-2014

Zeitschrift der Deutschen Gemmologischen Gesellschaft - Dezember 2014

La rivista dell’Associazione Gemmologia Tedesca (Deutschen Gemmologische Gesellschaft) ospita in questo numero 3 articoli. Il primo, di Otter e altri, prende in esame una perla coltivata barocca South Sea di dimensioni eccezionali (34,6 x 40,3 mm), che al momento risulta essere la più grossa mai ottenuta. Gli studi effettuati mediante microtomografia ai raggi X computerizzata hanno mostrato l’esistenza all’interno di una grossa cavità riempita da materiale gassoso, liquido e organico. Poiché il nucleo è localizzato nella parte bassa della cavità e non è connesso con lo strato di perlagione circostante, gli autori ritengono che la cavità originariamente fosse occupata da materiale spugnoso contenente acqua che avrebbe fornito supporto alla deposizione della perlagione consentendone la crescita anche lontano dal nucleo. Successivamente quando il materiale organico era ormai completamente ricoperto dalla perlagione, ebbe inizio un processo di decomposizione che portò allo sviluppo di gas e al parziale svuotamento della cavità.

Il secondo articolo, di Henn, Haeger e Schmitz, tratta dell’attribuzione del termine “Pietra di Luna” (“Moonstone”) a diversi tipi di feldspati. Gli autori distinguono 4 tipi di Pietre di Luna: 1) Sri Lankan (Ceylon) Moonstone 2) Indian Moonstone 3) Tanzanian Moonstone 4) Rainbow Moonstone. Il primo e il secondo tipo sono costituiti da feldspati alcalini (feldspati potassici) con smistamenti di feldspato sodico (albite), mentre il terzo tipo è albite con smistamenti lamellari di feldspato potassico. Le Pietre di Luna Rainbow sono plagioclasi composti da andesina/labradorite. La distinzione tra i vari tipi di Pietra di Luna è possibile mediante la rilevazioni di indice di rifrazione e densità come pure mediante l’osservazione del colore e delle inclusioni.

Sempre Henn e Schmitz, nell’ultimo articolo, si occupano degli smeraldi estratti nella provincia afgana di Laghman, confrontandone le caratteristiche con quelli delle pietre provenienti dalla più nota Valle di Panjshir. Le differenze che emergono riguardano l’aspetto delle inclusioni e il contenuto degli ossidi di magnesio, sodio e calcio.

Da segnalare anche la parte dedicata alle novità gemmologiche. Viene descritto un campione di Mosandrite (un raro silicato ritrovato in poche località al mondo) sfaccettata e ne vengono forniti i dati utili all’identificazione.
È segnalata la presenza sul mercato di un prodotto artificiale costituito da un composto ceramico che viene scorrettamente presentato come “Sugilite sintetica”; la rilevazione dell’indice di rifrazione e della densità mostrano che si è in presenza di un materiale completamente diverso dalla sugilite.
L’uso del vetro come imitazione del quarzo zonato viene infine illustrato mediante confronto dell’aspetto e delle caratteristiche gemmologiche di queste due pietre.

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